Un anno fa… Belgio, prosegue la diatriba legale tra Nick Nuyens e Wout Van Aert: il 27enne rischia fino a 4 mesi di sospensione per trasferimento irregolare
Prosegue la battaglia legale tra Wout Van Aert e Nick Nuyens. Il 27enne belga, che nel 2018 ruppe in anticipo il suo contratto con la formazione guidata dal vincitore del Giro delle Fiandre 2011 per accasarsi alla Jumbo-Visma, lo scorso giugno è stato condannato dal Tribunale del lavoro di Anversa a pagare più di 600mila euro di risarcimento alla Sniper Cycling, società che all’epoca dei fatti possedeva la Veranda’s Willems-Crelan, squadra nella quale Van Aert ha appunto militato per diversi anni. Negli scorsi mesi, però, il campione belga ha fatto ricorso in cassazione contro questa decisione, ma lo stesso ha fatto anche Nuyens, che chiede un risarcimento più alto al suo ex corridore.
Un nuovo capitolo di questa travagliata vicenda si aggiunge però oggi. Come riportato da Het Laatste Nieuws, infatti, a seguito della sentenza di cinque mesi fa Nuyens e il suo team starebbero pensando di chiedere giustizia anche in ambito sportivo, chiedendo di applicare il regolamento UCI che prevede una multa da 285 a 94.950 euro e una sospensione da uno a quattro mesi per Van Aert per il suo trasferimento alla Jumbo-Visma, avvenuto al di fuori del periodo permesso. Per lo stesso regolamento rischia una multa anche la stessa Jumbo-Visma, con la sanzione che in questo caso potrebbe andare da 28.490 a 474.770 euro.
“L’UCI ha regolamenti severi e tutti devono rispettarli – ha spiegato Rudi Desmet, l’avvocato che segue la vicenda per conto di Nuyens – Se l’UCI non fa nulla, nessun team manager potrà dormire sonni tranquilli. D’ora in poi, qualsiasi corridore potrà invocare motivi urgenti e cambiare squadra senza alcun accordo con la sua attuale squadra. Dopo la condanna a giugno, abbiamo cercato di trovare un accordo amichevole con il team di Van Aert, ma non hanno risposto. Abbiamo aspettato la fine del Tour de France e delle Olimpiadi. Il 13 agosto ho scritto di nuovo all’UCI, ma non si sono nemmeno presi la briga di rispondere. Nel frattempo ho scritto loro quattro volte in totale. Se le normative non verranno applicate nel prossimo futuro, stiamo valutando di intraprendere un’azione legale. Ma al momento non è all’ordine del giorno”, ha concluso Desmet.
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